LA FEDE BAHA’I. UNA RELIGIONE PER UNIRE IL MONDO

Una religione per unire il mondo

febbraio 2nd, 2009 Author: maria | Edit

LA FEDE BAHA’I

 

LA STORIA

Un prigioniero ed un esiliato

31 Agosto del 1868. Fu un caldo soffocante ed una maleodorante umidità che Bahá’u’lláh trovò sulla riva della città prigione di Akkà. Circondato da soldati Turchi, fu avviato lungo la nera spiaggia melmosa fino alla porta del mare. Esausto, umiliato, torturato, esiliato, calunniato, tradito dal suo stesso fratello ed ora imprigionato nella più desolata colonia penale dell’Impero Turco. Una folla incollerita si era riunita per ingiuriarlo, maledirlo, e insultarlo. Non era la prima volta che era stato preso a sassate dalla folla mentre era condotto in prigione.

Un Principe

Nato nel 1817 nella prosperità e nobiltà, il figlio maggiore di un importante Ministro nella Corte reale della Persia, Bahá’u’lláh aveva ereditato una vita senza problemi che comprendeva vasti possedimenti, posizione e ricchezza. Dai primi anni della sua vita vi era qualcosa in questo giovane che non si adattava all’immagine di un giovane principe viziato.

Aveva solo 22 anni quando il padre morì, e a Bahá’u’lláh fu immediatamente offerta la posizione di Ministro del padre. Sorprendentemente egli rifiutò l’incarico. Quando gli chiesero il motivo del rifiuto il Primo Ministro, rispose: “Quella posizione è indegna di lui. I suoi pensieri non sono come i nostri. Lasciatelo solo.”

L’Araldo dell’Aurora

Cinque anni dopo, nel 1844, una luce millenaria rischiarò il tenebroso orizzonte della Persia. Dalla città di Shiraz, un giovane eloquente conosciuto alla storia come Báb, pronunciò la strabiliante rivendicazione di essere stato prescelto da Dio onde preparare il terreno per la venuta di un grande Educatore Universale la cui Missione sarebbe stata quella di riunire la frammentaria eredità spirituale dell’umanità. Una forte ondata emotiva volta a riconoscerlo pervase il paese e l’allarmato clero denunciò immediatamente il Báb come un pericoloso eretico. Fu arrestato, imprigionato in una remota fortezza ed infine giustiziato in circostanze drammatiche. I suoi seguaci ed ammiratori furono perseguitati e massacrati o bastonati fino al silenzio.

Scandalizzando gli amici e la famiglia, il giovane nobiluomo Bahá’u’lláh, si alzò immediatamente nonostante l’imminente pericolo a difendere questa nuova Causa, abbandonando rango, titolo, terre e proprietà.

Fu a Teheran nell’Ottobre del 1852 che Bahá’u’lláh fu circondato da brutali soldati. Per nove anni aveva sostenuto la causa del Báb ed a causa di ciò veniva ora condotto in prigione. I soldati a malincuore trattennero una folla inferocita che lo tempestava con insulti e sassi mentre incespicava verso la spaventosa prigione conosciuta come “Buco Nero”. Come tortura speciale a Bahá’u’lláh furono messe al collo, mani e piedi delle catene senz’eguali, cinquanta chili di ferro – che strapparono i suoi abiti, gli squarciavano le carni fino alle ossa stesse. Per quattro lunghi mesi egli sopportò i lugubri estremi della crudeltà umana. Fu in questo luogo, un luogo d’incessante buio ed agonia che il dito di Dio lo raggiunse e lo toccò portando una nuova luce nel mondo nell’uomo.

“.sebbene il tormentoso peso delle catene e l’aria impregnata di fetore Mi permettessero ben poco riposo, pure nei rari momenti di assopimento sentivo come se qualcosa fluisse dal sommo del Mio capo sul Mio petto, proprio come un impetuoso torrente che si precipitasse sulla terra dall’alto di un eccelso monte. Ogni membro del Mio corpo era, in seguito a ciò, tutto un fuoco. In tali momenti la

Mia lingua declamava cose che nessun uomo potrebbe sopportare di udire.”

Una sacra missione

Rilasciato dalla prigione, Bahá’u’lláh era un Essere cambiato, carico di un mandato divino e galvanizzato dalla schiacciante visione del mondo come una sola patria di un’unita razza umana.

Quando egli parlava, molti riconobbero la sua voce. “Applicate mente e volontà all’educazione dei popoli e delle tribù della terra.” “Ti ho creato nobile, perché ti degradi?” “Non ci si vanti di amare il proprio paese, bensì di amare il mondo”.

Assalito dalle forze del fanatismo e dell’ignoranza Bahá’u’lláh fu bandito dal suo paese natale, esiliato, prima a Baghdad, poi a Costantinopoli ed Adrianopoli, infine alla prigione Turca di Akkà (S. Giovanni d’Acri), oggi nello stato di Israele, dove rimase incarcerato e nelle cui vicinanze egli trapassò nel 1892.

“Non è un segreto che per la maggior parte dei Miei giorni sono stato come uno schiavo, seduto sotto una spada appesa a un filo, ignaro se essa presto o tardi Mi sarebbe caduta addosso”.

Nel corso dei 40 anni d’esilio ed imprigionamento, Bahá’u’lláh espose in più di 100 volumi gli elementi che costituiscono la Sua Fede.

Egli proclamò la sua Causa ai Re e governanti, sia dell’Est che dell’Ovest. Si rivolse al Papa, al Califfo dell’Islam, ai Cancellieri delle Repubbliche del continente Americano. In numerose epistole egli li invitò coraggiosamente ad abbandonare i propri futili egoismi, ammonendoli delle conseguenze di non riuscire a valutare le forze di un emergente nuovo Ordine Mondiale. A volte egli descrive accuratamente il loro imminente crollo come si vede da queste frasi indirizzate a Napoleone III:

“T’ha fatto inorgoglire la tua pompa? Per la Mia vita! Non durerà, anzi ben presto svanirà. Per ciò che hai fatto, sarà gettato nel disordine il tuo regno e l’impero sfuggirà dalle tue mani.”

Il Profeta umile

Così, brevemente, furono la vita e gli insegnamenti di Bahá’u’lláh. Saggio, Santo e Profeta moderno. Sebbene Bahá’u’lláh sia molto conosciuto per la sua visione ed i suoi insegnamenti liberali, ciò che non è molto conosciuto è il grado del suo sacrificio personale, necessario per far lasciare quest’impronta nella storia umana.

“Se non per il gelo,

come potrebbe vincere il calore del Tuo dire,

Esegèta dei mondi?

Li vedi cuori rigurgitanti di odio! E’ da Te sorvolare.

Le spade guizzano e Tu avanza!

Gli strali sfrecciano e Tu affrettati,

Sacrificio dei mondi.

La Religione

Concetto di Dio

Religioni e filosofie cercano da secoli di dare una risposta a questo problema, senza riuscirvi o dando risposte di tipo dogmatico, non accettabili in senso universale. La risposta bahá’í è molto semplice: la mente umana, essendo limitata, contingente e imperfetta, non potrà mai giungere a cogliere il senso dell’ essenza divina. Dio può essere conosciuto solo attraverso ciò che di Lui affermano le sue Manifestazioni. Dio è uno, anche se è chiamato con nomi diversi, come Brahman, Jahvè, l’Assoluto, Alláh e altri.

Le religioni come strumenti del rapporto educativo Dio‑uomo

Poiché Dio esiste (vi è una creazione, deve esservi quindi un creatore, perché nulla viene dal nulla) e l’uomo esiste, fra queste due entità vi deve essere un rapporto. Nella fede bahá’í si afferma che tale rapporto è educativo, cioè che Dio offre periodicamente ai vari popoli modelli etici e sociali di sviluppo in armonia con la capacità, la maturità, le necessità degli uomini e con i tempi. Gli strumenti di cui Dio si è servito, si serve e si servirà per offrire questi modelli di sviluppo, sono i grandi Maestri spirituali, i Fondatori delle grandi religioni. Da ciò si deduce che, per la fede bahá’í, le religioni sono tutte raggi dello stesso sole, espressioni diverse nella forma, ma simili nella sostanza, della stessa verità. Le varie religioni fino ad ora hanno invece innalzato, ciascuna, la bandiera dell’esclusivismo dell’origine divina, creando quel concetto, anti‑evolutivo, anti‑epistemologico e conflittuale, dell’unica verità. Oggi questo concetto si è attenuato presso alcune religioni, fra cui in primo luogo la religione cattolica, evolvendosi verso un ecumenismo che però, pur ammettendo rispetto e considerazione per le altre espressioni religiose, esclude la loro comune origine divina; è quindi un ecumenismo limitato.

In effetti assistiamo a conflitti fra cattolici e protestanti in Irlanda, fra sikh e indù e musulmani in India, e ad una recrudescenza del radicalismo islamico. Questa incapacità da parte delle varie religioni di comprendere la loro comune origine divina ha impedito alle religioni stesse di svolgere il loro ruolo spirituale di armonia e di unità, determinando così verso le stesse un malcelato senso di sfiducia da parte delle masse, e anche da parte di coloro che per tradizione o convinzione ne sono professanti.

Il concetto dell’unità delle religioni tarda ad essere accettato perché urta contro le tradizioni radicate da secoli e contro i vari centri di potere che le varie religioni esprimono.

Significato di religione

Per la maggior parte dei credenti la religione è un insieme di misteri di fede e di dottrine dogmatiche. Per la Fede Bahá’í la religione è un modello etico‑spirituale sociale di vita, senza dogmi e misteri, in armonia con la ragione e con la scienza.

Culti, riti e concetto di salvezza

La fede bahá’í afferma che è finito il tempo in cui il solo culto può essere gradito a Dio. Lo sono solo le azioni integre sostenute da purezza di motivazioni.

Il concetto di salvezza, cui sono collegati quelli di paradiso o inferno, non esiste nella fede. Il paradiso e l’inferno sono stati di coscienza che si sperimentano già in questa vita e dipendono dal nostro modo di essere e di vivere. Al posto del concetto di salvezza nella fede bahá’í vi è quello di evoluzione, nel senso che dopo la morte la nostra condizione spirituale iniziale sarà quella che le nostre azioni, in questa vita, avranno determinato. Si evolverà poi, man mano che ci si renderà conto delle verità divine, prima ignorate o non accettate.

La società

Alcuni insegnamenti erano rivoluzionari al tempo in cui sono stati proclamati, cioè circa un secolo fa, come la parità fra uomo e donna, l’abolizione dei pregiudizi razziali e di casta, la necessità di una lingua universale. Ora lo sono meno perché fanno parte delle convinzioni accettate dalla maggior parte delle persone di buon senso della nostra società. Ad esempio, la stessa simbologia usata per rappresentare l’armonia tra religione e scienza, e cioè l’equilibrio esistente tra le ali di un uccello, può spiegare anche il principio cardinale della parità fra uomo e donna, visti anch’essi come le due ali di un uccello. Ciascuno dei due ha diritto alle stesse opportunità dell’altro. Uomini e donne, benché diversi fisiologicamente, sono pari non solo in campo spirituale, ma anche in quello legale e sociale.

L’economia

La visione che nella fede bahá’í si ha dell’economia è unitaria. I problemi che le varie nazioni debbono affrontare esigono un legame fra le varie economie, che invece sono attualmente legate alla logica nazionale, il che provoca squilibri e situazioni che, rimanendo irrisolte, sicuramente sono matrici di perturbazioni e conflitti. Nella fede bahá’í si proclama pertanto la necessità di un’economia mondiale con l’istituzione di un unico sistema monetario. Circa il conflitto fra capitale e lavoro la fede bahá’í propone di riconoscere il ruolo di partner nelle aziende ai lavoratori, quindi l’unione tra braccia e cervello. Questo implica riconoscere ad ognuno una compartecipazione agli utili, il diritto di collaborare, tramite comitati elettivi interni, alla gestione, e infine il diritto di partecipare alla proprietà, tramite forme cooperativistiche, azionarie o altro. Il problema fondamentale è però sempre spirituale, perché solo la maturità spirituale può creare quell’atteggiamento di moderazione e di collaborazione sincera, senza le quali qualsiasi meccanismo, anche perfetto, si incepperebbe.

 

La politica

Ho lasciato per ultimo questo campo, anche se forse è il più importante. La fede bahá’í proclama la necessità dell’unità mondiale, simboleggiata da questa frase di Bahá’u’lláh: «la Terra è un solo paese e l’Umanità i suoi cittadini».

L’umanità che, nella sua evoluzione, è passata attraverso le fasi successive unitarie della tribù, del villaggio, della città‑stato, della regione e infine della nazione ‑ unità che la maggior parte delle nazioni ha conseguito nel nostro tempo ‑ deve ora salire al gradino superiore, quello dell’unità mondiale. Tutti i gravi problemi esistenti nel mondo, fra cui quello, enorme, di un terzo mondo affamato e arretrato e dei generali e pericolosi conflitti etnici, razziali e nazionalistici che sorgono continuamente possono trovare una loro armonica soluzione solo nel quadro di un’unità mondiale. Occorre istituire un parlamento mondiale, un esecutivo mondiale, un tribunale internazionale sostenuto da un esercito internazionale atto a sostenere le sue deliberazioni il tutto accompagnato da un disarmo generale, salvo le forze necessarie per il mantenimento dell’ordine interno nelle varie nazioni. Mai come in questo momento si sente questa necessità, ma il suo raggiungimento appare lontano, perché la strada verso la sua realizzazione è ancora bloccata dal gioco degli interessi nazionali e dalla logica errata della difesa a oltranza di questi interessi. In un messaggio dal titolo la Promessa della Pace Mondiale che la Casa Universale di Giustizia, l’Ente Supremo della fede bahá’í nel mondo, ha fatto giungere o consegnato recentemente a tutti i capi delle nazioni e delle religioni e alle maggiori personalità della cultura e della politica, si dice:

“Che la pace debba essere conseguita soltanto dopo inimmaginabili orrori, causati dal caparbio avvinghiarsi dell’umanità a vecchi modelli di comportamento, o sia invece accettata ora per un atto di volontà consultiva: ecco la scelta che si offre a tutti coloro che abitano la terra.”

Coloro che hanno a cuore il futuro della razza umana meditino su questo consiglio: se ideali a lungo perseguiti e istituzioni da gran tempo onorati, se certe premesse sociali e formule religiose hanno cessato di promuovere il benessere della maggior parte dell’umanità, se non più rispondono ai bisogni del genere umano, in perenne evoluzione, lasciamo allora che vengano spazzati via e relegati nel limbo di antiquate e obliate dottrine`.

Ed infine, ecco come la Fede vede il nuovo Ordine mondiale:

Un sistema federale che governi tutta la terra, esercitando un’autorità indiscutibile sulle sue inconcepibilmente vaste risorse, fondendo e incorporando gli ideali dell’Oriente e dell’Occidente, liberati dal tormento e dalle sofferenze delle guerre e dedicati allo sfruttamento di tutte le fonti di energia esistenti sulla superficie del pianeta; un sistema nel quale la Forza divenga serva della Giustizia, la cui esistenza sia sostenuta dal riconoscimento universale di un solo Dio e dalla sua alleanza con una Rivelazione unica e comune; questa è la meta verso la quale l’umanità, s’avanza sotto l’impulso della forza unificatrice della vita [. .. 1 `.

Tale appare, invero, nelle linee generali, l’Ordine concepito da Bahá’u’lláh, un Ordine che verrà considerato come il frutto più bello di un’era che matura lentamente [ … ].

ALCUNI ASPETTI FONDAMENTALI DELLA FEDE

Il duplice amore fra Dio e l’uomo

La nostra vita è sostenuta e illuminata dall’amore che Dio ha per noi; questo amore è come la luce e il calore del sole per la vita fisica; è quindi elemento essenziale di vita. Ma Dio ci offre il suo amore solo se noi lo amiamo.

Nelle Sue Parole Celate dice:

AmaMi, acciocché Io possa arnarti. Se tu non M’ami, il Mio amore non potrà mai raggiungerti. Sappilo o Mio servo.

La giustizia

Nella fede si conferisce somma importanza alla giustizia considerata elemento indispensabile di armonia. Nelle Parole Celate è scritto:

Ai miei occhi la più diletta di tutte le cose è la giustizia; non allontanartene se desideri Me e non trascurarla acciocché lo possa aver fiducia in te [ … I. In verità la Giustizia è il Mio dono per te e l’emblema del mio tenero amore. Tienila dunque innanzi agli occhi”.

La sofferenza e la morte

La sofferenza è una sorgente di elevazione e di avvicinamento a Dio; dobbiamo accettarla, quando ci colpisce, con rassegnazione e gioia.

La morte è’ il trapasso alla nostra vera vita, quella dello spirito. Dobbiamo accoglierla con serenità, anzi con gioia, perché attraverso di essa il nostro spirito va nel regno che gli è proprio.

Ordine amministrativo bahà’ì

E un’organizzazione laica elettiva a livello locale, nazionale e internazionale con due compiti essenzialì: presiedere alla vita della comunità bahá’í, poiché nella fede bahá’í non vi è clero, e sviluppare un sistema unitario, non conflittuale, atto a offrirsi come modello per una nuova organìzzazione politica mondiale non partitica.

Le strutture sono:

le Assemblee Spirituali Locali, elette ogni anno fra i membri di ogni comunità. Possono parteciparvi come elettori o eletti solo coloro, uomini e donne, che abbiano compiuto ventun anni di età (in futuro, tuttavia, la Casa Universale di Giustizia potrebbe variarla).

Le Assemblee Spirituali Nazionali, elette dai delegati scelti dalle varie comunità. Per la durata e il diritto di partecipazione, valgono le stesse disposizioni che regolano la vita delle Assemblee Spirituali Locali.

la Casa Universale di Giustizia, la cui elezione avviene ogni cinque anni, da parte dei membri delle Assemblee Spirituali Nazionali del mondo. L’elezione avviene presso il Centro Mondiale della Fede a Haifa, in Terra Santa.

Ogni istituzione nomina comitati locali, nazionali e internazionali affinché si occupino di tutti i vari settori della vita della comunità.

Ciò che è stato descritto ora può essere definito ordine ascendente, perché parte dai credenti per elezione. Poi vi è un ordine che possiamo definire discendente, cioè nominato, anche questo ai tre livelli sopra indicati, con il compito di assistere spiritualmente le comunità bahá’í e le sue strutture.

Il principio che regola la vita di queste istituzioni è la consultazione, fatta in spirito di armonia e con assenza di qualsiasi interesse particolare, con accettazione, da parte di tutti, delle deliberazioni assunte a maggioranza di voti.

La Ricerca della Verità

Ho lasciato per ultimo l’insegnamento bahá’í della «ricerca libera e indipendente della Verità» perché a mio parere è il fulcro attorno a cui ruota tutto il processo intellettivo e spirituale che può permettere a religiosi, indifferenti e atei di rendersi conto dell’importante ruolo che la Fede può svolgere nella loro vita e nella società. Una delle condizioni negative del nostro tempo è il conservatorismo, lo staticismo, questa condizione di pigrizia e di indolenza che trattiene l’uomo aggrappato a ciò che è e a ciò che crede sia vero

Fino ad ora siamo stati abituati a non cercare perché i modelli, in ogni campo, erano quelli che trovavamo già pronti nella famiglia, nella chiesa e nella società, modelli che, per tradizione, consideravamo dogmi inamovibili. Ma la verità non è legata al luogo particolare dove si nasce, perché è universale. In questo ciclo di vita dell’umanità tutto ciò che divide è antievolutivo e solo tutto ciò che unisce è sorgente di armonia. Negli scritti bahá’i è spesso ripreso il concetto che la tanta auspicata libertà e giustizia è solo la conseguenza della comune accettazione degli insegnamenti rivelati da Dio, così come la libertà di guida per gli automobilisti sta nella sola comune accettazione delle norme del codice della strada e della loro attuazione.

Ma la ricerca della verità non è soltanto un ponte verso il riconoscimento delle verità della Fede: diventa un metodo di vita; Colui che ha fatto di questo principio la sua bussola, comprenderà che in fondo ad ogni problema, ad ogni contrasto e ad ogni crisi vi e sempre una verità di base da ricercare, e saprà come intraprendere questo cammino. Nella Fede si evidenziano però le condizioni della ricerca che sono:

‑ purificare cuore e anima da ogni contaminazione materiale ed ideologica

‑ riporre la propria fiducia in Dio ‑ divenire umile e paziente

– evitare maldicenza e piaceri sfrenati ‑ essere caritatevole

‑ evitare la compagnia del malvagi e pregare per loro.

Bahà’ù’llàh così conclude:

Soltanto quando la lampada della ricerca, dello sforzo intenso, del desiderio ardente, della devozione appassionata, dell’amore fervido, del rapimento e dell’estasi, sia accesa nel cuore del ricercatore e la brezza della Sua amorosa premura gli si riversi sull’anima, le tenebre dell’errore si disperderanno, le nebbie dei dubbi e delle incertezze si dissiperanno e le luci della sapienza e della certezza avvolgeranno il suo essere. In quell’ora il mistico Araldo, portando la gioiosa novella dello Spirito, brillerà dalla Città di Dio, luminoso come il mattino e con lo squillo della tromba del Sapere risveglierà il cuore, l’anima e lo spirito dell’assopimento e dell’indifferenza. Poi i molteplici favori e l’effondersi della grazia dello Spirito Santo ed Eterno conferiranno una vita talmente nuova al ricercatore, che egli si troverà dotato di un nuovo occhio, d’un nuovo orecchio, d’un nuovo cuore e di una nuova mente. Egli contemplerà i segni palesi dell’universo e penetrerà gli occulti misteri dell’anima

Elementi etici Bahà’ì

Sii generoso nella prosperità e grato nell’avversità Sii degno della fiducia del tuo vicino e trattalo con viso sorridente e sii un tesoriere per il povero, un ammonitore per il ricco, l’esauditore del pianto del bisognoso, un conservatore della santità della tua promessa. Sii equo nel giudicare e cauto nel parlare.

Non essere ingiusto con nessuno e sii mansueto con tutti gli uomini. Sii una fiaccola per coloro che camminano nelle tenebre, una gioia per l’addolorato, un mare per l’assetato, un rifugio per l’angosciato, un sostegno ed un difensore per la vittima dell’oppressione. Fa che l’integrità e la rettitudine contraddistinguano tutti i tuoi atti. Sii un asilo per l’estraneo, un balsamo per il sofferente, una torre incrollabile per il fuggitivo. Sii occhi per il cieco e faro che guida i passi dell’errante. Sii ornamento per il volto della verità, corona per la fronte della fedeltà, colonna del tempio della rettitudine, alito di vita per il corpo dell’umanità, vessillo per la schiere della giustizia, astro sull’orizzonte della virtù, rugiada per il terreno del cuore umano, arca sull’oceano del sapere, sole nel cielo della munificienza, gemma sul diadema della saggezza, luce risplendente nel firmamento della tua generazione, frutto sull’albero dell’umiltà.

DIFFUSIONE DELLA FEDE NEL MONDO E IN ITALIA

La comunità mondiale baháí è come un serbatoio il cui livello è in continua crescita ed evoluzione. Nel momento in cui scrivo (1991) si possono dare questi dati:

Numero complessivo dei bahá’í nel mondo: da sei a sette milioni

numero complessivo delle Istituzioni Nazionali: circa centosessantacinque.

Numero complessivo delle Istituzioni Locali: circa trentamila.

Numero complessivo delle località dove sono presenti bahá’í: circa centosettantamila.

Quasi tutte le minoranze etniche sono rappresentate e i Libri Sacri bahá’í sono tradotti in quasi tutte le lingue e dialetti.

In Italia l’Assemblea Spirituale Nazionale è Ente Morale giuridicamente riconosciuto fin dal 1966.

Le istituzioni locali sono circa sessantacinque; il numero delle località dove i bahá’í italiani sono presenti circa trecento.

I matrimoni, quando celebrati alla presenza di uno dei credenti nominati dallo Stato a questo scopo, sono validi agli effetti civili.

Per le sue pubblicazioni si avvale di due Case Editrici. Pubblica una rivista trimestrale di prestigio,

«Opinioni Bahá’í» alla quale collaborano anche non bahá’í.

Il sito internet dove avere ulteriori informazioni è www.bahai.it

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